Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

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Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Vie Feb 17, 2012 2:11 pm

Decidí abrir un tópico particular para seguir con ustedes, la documentación que he encontrado sobre este peculiar personaje: Absu Ismaily Swandy.

No sólo se cruza la actividad contactista de Eugenio Siragusa, ya que incluso el estigmatizado Giorgio Bongiovanni le refiere en contacto astral.

Ahora me entero que investigadores como Peter Kolosimo anduvieron detrás de sus huellas...

Aqui les posteo lo que he encontrado en los ultimos años, sobre este enigma poco conocido.




Absu Imaily Swandy se sentía que su algo que día no habría sido perfecto por lo tanto como él se había imaginado. Vestido de su vestido de moda crudo de los franciscanos, la barba larga e inculta, las hojas largas y del brizzolati de los sombreros el viento, cubriste los caminos de Turín pacífico. Nadie hizo caso demasiado él: más lo consideraban un vagabundo como muchos, uno de los muchos drogadictos que a la última tarde abarrotan ellos mismos debajo llevan a nosotros vía del Po y ellos permanecemos dormir hasta al amanecer, incluso pidiendo el elemosina. Indudablemente, poblar toda la preparación vía de Roma no alimentó elegante ninguna suspicacia aproximadamente tu identidad verdadera.




No era antes del tiempo que fue encontrado a Turín para las transacciones: la ciudad sabía tiene gusto de sus bolsillos, su edad del veneranda permitió que entendiera aguantado de cosas de una mirada que los seres humanos mortales no se atreven las neanche a imaginarse. Ese vagolava del día adelante vía Roma, lustre observado las ventanas de exhibición, el gagà: todos era profundamente immutato permanecido, por lo menos para los aspectos que él interesó. De él era seguro, nadie sospechada de él; sin embargo un sentore extraño del peligro había sido ocultado en la mente, una levantada de preveggenza: algo tuvo que ir para la parte posteriora confundida, aunque en el momento que no habría sabido para decir lo que.


No obstante él fieltro, fieltro, mientras que todos los otros eran sordi al eco eterno que el universo amplía en el infinito. El centro sideral de Intercontacts (Sic) en 1973 hizo para alcanzar escrituras de periódicos un ciertas noticias aproximadamente su identidad; pero se parecía hoy que todo se había olvidado. Sin embargo su foto había estado en todos los periódicos, y de esos '73 la falta de información en toda era lejana no cambiante; no fue recordado simplemente a nosotros más que él y de su estatura cognoscitiva. Él, si él tuviera solamente intencional, él habría podido explicar todos los misterios del mundo, la OTAN del com'è, que el futuro de la humanidad y cuando esto sería terminada.


En 1973 él tenía 256 años: fue aterrizada cerca de Turín. Ese año tenía un encuentro con los periodistas, pero, debido a una serie de desgracias, había ido todo a montar. Se fue otra vez con el corazón triste: también este vez no era acertado hablarte al mundo y explicar al mundo la naturaleza de las cosas oscuras a la humanidad de Turinese, aquél de todo el mundo. Turín era el centro ideal para el pubblicizzare la verdad, Turín que acomoda el Sindone. No, al mundo, había el otro lugar perfecto por lo tanto. Sin embargo ese día de los '73 fue forzado para irse otra vez. Muchos periódicos habían sido llevados cuidado de su abandono de la tierra el borde de un UFO; El Panorama, para la voz de Giovanni Mezzelani, piloto de la Alitalia que había visto su aparato, tenía rilasciato un declaración:


“En segundo lugar yo podría ser cualquier cosa, también un satélite, pero seguro nunca no había visto una luz similar. Y no sé que cuál era”; y el newscast de radio no era de menos, por lo tanto también el mensajero de la tarde del 6 de diciembre anunció que “una asociación afirma que una “lo espacia” de 256 años sería desembarcado a Turín.”
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Re: Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Vie Feb 17, 2012 2:12 pm

ABSU IMAILY SWANDY



Absu Imaily Swandy sentiva che quel giorno il suo qualcosa non sarebbe stato perfetto così come lui l'aveva immaginato. Vestito del suo grezzo abito alla moda dei francescani, la barba lunga e incolta, i capelli lunghi e brizzolati lasciati al vento, percorreva pacificamente le strade di Torino. Nessuno faceva troppo caso a lui: i più lo consideravano un barbone come tanti, uno dei tanti drogati che a tarda sera si stipano sotto i portici di via Po e ci rimangono a dormire sino all'alba, magari chiedendo l'elemosina. Indubbiamente, la gente tutta azzimata di Via Roma non nutriva nessun sospetto circa la sua vera identità.



Non era la prima volta che si trovava a Torino per affari: la città la conosceva come le sue tasche, la sua veneranda età gli permetteva di capire subito da uno sguardo cose che gli umani mortali non osano neanche immaginare. Quel giorno vagolava lungo via Roma, osservava le lustre vetrine, i gagà: tutto era rimasto profondamente immutato, almeno per gli aspetti che a lui interessavano. Ne era sicuro, nessuno sospettava di lui; eppure uno strano sentore di pericolo gli si era annidato nell'animo, una sorta di preveggenza: qualcosa doveva andare per il verso sbagliato, anche se al momento non avrebbe saputo dire cosa. Comunque lui sentiva, sentiva, mentre tutti gli altri erano sordi all'eterna eco che l'Universo dilata nell'infinito.


Il Sideral Intercontacts Centre (Sic) nel 1973 fece pervenire alle redazioni dei giornali alcune notizie circa la sua identità; ma oggi sembrava che tutti avessero dimenticato. Eppure la sua foto era stata su tutti i giornali, e da quel lontano '73 non era nulla affatto cambiato; semplicemente non ci si ricordava più di lui e della sua statura conoscitiva. Lui, se solo avesse voluto, lui avrebbe potuto spiegare tutti i misteri del mondo, com'è nato, quale il futuro dell'umanità e quando questa sarebbe finita. Nel 1973 aveva 256 anni: era atterrato nei pressi di Torino. Quell'anno aveva un incontro con i giornalisti, ma, a causa di una serie di contrattempi, tutto era andato a monte. Ripartì con il cuore triste: anche questa volta non gli era riuscito di parlare al mondo e spiegare al mondo la natura delle cose oscure all'umanità torinese, a quella di tutto il mondo. Torino era il centro ideale per pubblicizzare la verità, Torino che ospita la Sindone. No, al mondo, non c'era altro luogo così perfetto. Tuttavia quel giorno del '73 fu costretto a ripartire.



Tanti giornali si erano occupati del suo abbandono della Terra a bordo di un UFO; Panorama, per voce di Giovanni Mezzelani, pilota dell'Alitalia che aveva visto il suo apparecchio, aveva rilasciato una dichiarazione: “Secondo me poteva essere qualunque cosa, anche un satellite, ma certo non avevo mai visto una luce simile. E non so che cosa fosse”; e il Giornale Radio non fu da meno, così pure il Corriere della Sera del 6 dicembre annunciò che “un'associazione afferma che uno 'spaziale' di 256 anni sarebbe sbarcato a Torino.”

Il fatto ebbe risonanza notevole tanto che la Domenica del Corriere pubblicò foto a colori del suo apparecchio (dell'Ufo) avvistato nei pressi di Caselle. Il Sic aveva fatto un buon lavoro, non c'erano dubbi, però ancora non bastava: si doveva fare di meglio. Luigi Vacchi, giornalista di Panorama, ebbe a dire che “nella primavera di quest'anno è comparso in alcuni paesi del Canadese, in Piemonte, preannunciato da una circolare di una misteriosa organizzazione, il Sic. Ha tenuto conferenze davanti a pochi iniziati che sono i soli ad averlo visto e fotografato, su temi esoterici e spaziali; ha sostenuto di venire periodicamente sulla Terra dagli spazi esterni, vale a dire dalle profondità che si trovano oltre il sistema solare; ha promesso che a breve scadenza ci sarebbe stata una manifestazione di Ufo, ossia di oggetti volanti non identificati, sul monte Musinè, presso Torino…



Nei primi giorni di dicembre, in coincidenza con le prime restrizioni sull'energia, la manifestazione di Ufo c'è stata, sia al Musinè che su altre zone vicine… decine di persone giurano di avervi assistito.” Era il lontano 1973: avrebbe voluto fare di più, ma i tempi forse erano ancora troppo poco maturi.



Mi ricordo quando telefonai ai giornali: “Ho appena visto la fotografia, subito l'ho riconosciuto. Non potrei giurarlo, ma sono sicuro che è lui. E' stato ospite a casa mia circa due anni fa, d'inverno, e abbiamo fatto una bella chiacchierata su tanti problemi, poi non l'ho più visto. Anche mia moglie e mia figlia, osservando la fotografia, l'hanno riconosciuto.” Già, dissi proprio così: erano altri tempi, si credeva a tutto e a niente, si viveva un periodo storico fatto di incertezze e io forse tentavo di trovare una certezza in un profeta.



Oggi le cose sono cambiate, cioè neanche tanto a dire la verità. Però non l'ho più visto. Nel 73 i giornali mi ascoltarono; dopo lasciarono che le mie dichiarazioni morissero nella mia fantasia, in sordina, ed io, uno dei tanti testimoni, venni dimenticato.


“La stampa americana si occupò del caso definendo Torino centro per gli “extra”. E spiegò pure perché Absu Imaily Swandy, aveva scelto Torino: la loro teoria era assai semplice, riduttiva, ovvero gli americani asserivano che per gli extra lo spazio viene indicato con il numero 17, mentre gli abitanti degli spazi esterni con un doppio 17, ossia 1717; Absu venne a Torino nel 1973, data che non era a loro detta una coincidenza, infatti se da 1973 si sottrae 256, cioè la presunta età di Absu, si ottiene 1717, ossia l'anno durante il quale fu posta la prima pietra della basilica di Superga.



Poi nel 1991, quando i media erano tutti proiettati sui problemi del Kuwait, dell'Iraq e la “Guerra del Golfo”, la Stampa Sera se ne uscì bella bella con la notizia del ritorno a Torino di Absu pubblicando un articolo su due colonne e una foto di questo extraterreste molto ma molto umano, almeno a giudicare dall'apparenza ritratta in fotografia.



Germana Grosso è una “contattista”, ovvero una eletta in grado di mettersi in contatto con gli extraterrestri. Il 4 gennaio del 1957 ebbe la sua prima esperienza: un certo Guicciardo, nato a Ceppo, vissuto a Castiglioncello, in Umbria, perito nelle Crociate, si mise in contatto con la signora Grosso. Nel luglio del 1963, dopo aver avuto altri contatti simili, annuncia che John F. Kennedy sarebbe stato ucciso da lì a poco: non si sbagliava.



La cosa ebbe risonanza mondiale e la signora Germana Grosso divenne personaggio piemontese famoso nel mondo per le sue capacità “extrasensoriali”, tanto famoso che persino Dino Buzzati, inviato del Corriere della Sera a Torino, ne rimase colpito, e difatti scrisse un articolo intitolato La signora che è stata sulla Luna. Ciò che sorprende è che Germana Grosso non si è mai interessata di fantascienza, non ha mai letto un libro di SF, non è mai stata attratta dalle pratiche cabalistiche o dallo spiritismo, insomma la signora Grosso affermò recisamente di non essere una medium; eppure scriveva tutti i messaggi che percepiva, meticolosamente a macchina; una sua dichiarazione specifica che




“si può dire che sono sempre in contatto con loro in qualsiasi momento, e quando mi dicono di scrivere, io scrivo, anche se il senso di ciò che mi viene dettato, una frase o una certa espressione, qualche volta mi può sembrare oscuro… Se loro smettessero all'improvviso di dettare, io non saprei aggiungere nulla di mio, neppure una virgola.”

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Re: Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Vie Feb 17, 2012 2:14 pm

Antecedentes de la prensa:

http://members.fortunecity.com/ajedrezpaisa/mensaje.htm




Nel 1974 iniziano gli attentati alla Sindone: più di una volta uno sconosciuto ha tentato di trafugare il sacro Lino senza riuscirci. Le cronache ci parlano di Absu a partire dal 1973, cioè quasi un anno prima dell'inizio degli attentati alla Sindone. Anche ammesso che Absu esista, dobbiamo considerare a questo punto che il suo interesse era tutto rivolto alla Sindone - qualcuno potrà pensare che Absu sia un extraterrestre, la fantasia non è un crimine. Anzi immaginiamo Absu nelle spoglie di un extraterrestre che viene sulla Terra per trafugare la Sindone e che in realtà non ha nulla da dichiarare al mondo, all'uomo, ai torinesi.


Che interesse avrebbe questo alieno nei confronti della Sindone? La risposta è scontata: Gesù doveva essere della sua stessa razza e Absu voleva semplicemente recuperare il Lino che ha avvolto un suo simile. Oppure, ipotesi ancora più fantasiosa, Absu in realtà non è altri che il Cristo redivivo tornato sulla Terra per svelarsi ai torinesi e quindi prendere il Lino che duemila anni fa circa lo accolse per spiegare che dal momento che lui è tornato, il lino non ha più importanza. E' una ipotesi assai fantasiosa, anzi di più, una faloticheria, cioè una emerita cazzata di quelle che si sparano a tarda sera con tanta birra in corpo. Ad ogni qual modo, per il momento, teniamola per buona 'sta cazzata: se le cose stessero effettivamente così, allora Germana Grosso ci ha detto il vero.


Non è da escludere che Absu abbia cercato di trasmettere qualcosa - non sappiamo cosa - alla signora Grosso e ai contattatisti: forse voleva farsi annunciare come si addice ad un Re prima di svelare lui stesso la sua identità a Torino che accoglie ancora la Sindone, il Lino che lo avvolse.

Da Ombre sulle Stelle di Peter Kolosimo, leggiamo questo stralcio che al fine investigativo è assai importante:


“Nei mesi di novembre e di dicembre del 1973 gli UFO sembrano improvvisare una serie di pazzeschi caroselli sul Piemonte. Uno, atterrato a Villarfocchiardo, in Val di Susa, il 9 dicembre, è un pallone meteorologico lanciato da Lione il 16 del mese precedente, per altri pare trattarsi di frammenti di sonde spaziali o di fenomeni meteorologici (“Il freddo improvviso favorisce la formazione di aghi di ghiaccio nell'atmosfera, che, colpiti dai raggi del Sole, danno luogo a qualcosa di simile all'aurora boreale”, dichiara l'ingegner Lotti alla Gazzetta del Popolo di Torino), ma le comparse inspiegabili esistono, come quelle osservate dal pilota Riccardo Marano e captate dai radar di Caselle, Linate e Mortasa.


Si dice che almeno due di questi oggetti siano atterrati nei pressi del famoso monte Musinè, che ne siano state scorte le impronte, ma qui tutto resta da dimostrare.”



Ora non è il caso di trarre conclusioni affrettate: NOI procediamo a piccoli passi e ritorniamo al caso Absu: Absu poteva (può essere) il Messia dell'iconografia cristiana? Può darsi che sì, può darsi che no. Ma se rispondiamo affermativamente, allora perché non l'abbiamo riconosciuto e lui non si è fatto riconoscere? Aveva davvero bisogno di mostrarsi a pochi iniziati, quasi a voler accogliere accanto a se dei nuovi discepoli?


Se le cose stessero effettivamente così, molti fatti inspiegabili come i miracoli che Torino vanta sarebbero spiegabili così come tanti altri misteri che ancora Torino racchiude nel suo cuore malato di fantasie sataniche! Allora analizziamo questi miracoli prima di tentare di dare una spiegazione, su tutto!


Tre miracoli sono inseriti nel calendario liturgico della Chiesa torinese, ovvero per via indiretta nella festa della Consolata il 20 giugno, il 6 giugno nella “memoria” del miracolo del SS. Sacramento e il 12 maggio nella celebrazione annuale al Monte dei Cappuccini.

1104 è l'anno del cieco di Briançon e il ritrovamento del quadro della Consolata. Briançon si trova nell'alta valle della Durance. Ravacchio era cieco sin dalla nascita; un giorno Giovanni Ravicchio ha un sogno e sogna la Madonna che lo invita a recuperare un suo quadro andato perso e gli spiega che solo lui può riuscire in questa missione, perché i suoi occhi non hanno ancora visto il male del mondo; se fosse riuscito nella missione, avrebbe ottenuto la vista. Giovanni non si lascia pregare due volte: accetta l'incarico e dopo tante peripezie giunge a Torino accompagnato dalla sua fantesca. Arrivato a Torino nei pressi di Pozzo Strada, il Ravicchio si avvicina ad un pozzo dove ha una visione: la Madonna gli appare davanti agli occhi ancor ciechi e gli indica il posto esatto dove si trova il quadro che la raffigura. Giovanni corre sul posto.



Il 20 giugno 1104 l'icona della Madonna con il Bambino viene ritrovata là dove un tempo sorgeva la chiesa dedicata ai santi Andrea e Clemente e che era andata distrutta nel corso degli anni. Scava e scava in mezzo alle rovine, l'icona viene nuovamente alla luce e in quel momento Giovanni riacquista la vista. Il vescovo di allora, un certo Mainardo, nel vedere l'icona se ne vien fuori con “Ora pro nobis, intercede pro popolo tuo, Virgo Consolatrix.”



Nel 1313 la chiesa di S. Andrea viene riedificata; nel 1706 la chiesa della Consolata, dopo diversi ampliamenti nel corso dei secoli, con il beato Sebastiano Valfrè, diventa un centro di resistenza morale e spirituale, tanto che la Madonna della Consolata viene nomata “patrona di Torino”. Nel 1714 Filippo Juvarra si adopera per ulteriori abbellimenti e pone in opera uno stupendo altare maggiore. Nel 1904 la chiesa si presenta in stile neo-classico.



All'interno della chiesa, la cappella sotterranea della Madonna delle Grazie coincide con l'abside originaria della chiesa di sant'Andrea distrutta nel 1080 dall'invasione dei Longobardi; sulla vetrata posta sopra l'altare della Cappella della Madonna delle Grazie è raffigurata la rievocazione del ritrovamento dell'icona della Consolata da parte di Giovanni Ravicchio di Briançon.



Non si può fare a meno di domandarsi perché mai la Madonna avrebbe avuto bisogno di una icona che la raffigura: forse che la fede sta tutta nell'immagine della religione? E Giovanni non poteva essere semplicemente un impostore in cerca di gloria? Se lo sono domandati in tanti e anche io me lo domando e rispondo:


Sicuramente Giovanni era un impostore sincero, magari aveva subito un trauma e si era autoconvinto che solo il ritrovamento di quella particolare icona gli avrebbe ridato la vista; se così fosse, il miracolo c'è stato effettivamente, perché il blocco mentale che Giovanni stesso aveva imposto su di sé è stato sbloccato dalla fede riposta nel ritrovamento dell'icona che coincide con il ritrovamento della vista.

Si è detto che Giovanni era nato cieco: ebbene è stato provato da Sigmund Freud, che i bambini possono nascere ciechi a seguito di traumi sofferti dalla madre mentre sono ancora nel ventre materno, una cecità tutta psicologica. Una madre turbata non farà altro che trasmettere le sue inquietudini al futuro nascituro: è quanto accadde a Giovanni di Briançon? Possibilissimo. Ma è solo una ipotesi.
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Re: Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Vie Feb 17, 2012 2:17 pm

Il 1453 è l'anno del trafugamento dell'ostia di Exilles, più tardi il miracolo dell'ostia nel cielo: la chiesa di Exilles dedicata a Santa Maria era pressata da varie tensioni politiche che evito qui di illustrare in quanto nulla di importante aggiungono a quello che fu definito il miracolo dell'ostia nel cielo. Allora si è detto che c'era tanta confusione; dei ladri si inoltrano nella chiesa di Santa Maria e trafugano tutto quello che gli passa fra le mani: è la notte del 3 giugno 1453.



Nella fretta i ladri prendono anche l'ostensorio contenente la “consacrata”. Subito si affrettano a lasciare Exilles per dirigersi a Torino: non hanno problemi e caricano la refurtiva su di un mulo e si danno alla fuga. Nessuno sospetta di loro. Intanto ci si accorge che l'ostensorio con la sacra ostia non c'è più: grande è lo sgomento di Exilles. I mercanti arrivano a Torino indisturbati: una meridiana segna le ore venti d'Italia (le 16 e 30 odierne); i ladri stanno attraversando la contrada Doragrossa (oggi via Garibaldi); imboccarono la contrada dei Panieri (oggi Palazzo di Città) fino ad arrivare in piazza del Grano, luogo di traffici dove tutti compravano e vendevano tutto. Intenzione dei ladri era di vendere la mercanzia trafugata nella chiesa? Possibile.



Ad ogni qual modo il mulo comincia ad imbizzarrirsi e lascia cadere tutta a terra la refurtiva caricata sul suo groppo. L'ostensorio con l'ostia sacra si alza in cielo: si grida al miracolo! Poi l'ostensorio cade a terra e solo l'ostia rimane in cielo.
Monsignor Ludovico dei Marchesi di Romagnano, vescovo del Duomo di Torino, si fa strada in mezzo alla calca di gente e recupera la Santa Particola in un calice: l'Ostia scivola dentro il calice senza opporre resistenza alcuna. I ladri vengono così smascherati.



Oggi nella chiesa del Corpus Domini, il punto dove il mulo cadde a terra e l'Ostia si librò in cielo è indicato da una lapide posta sul pavimento e il tutto è protetto da una recinzione metallica.
Ragioniamo: molti dicono di aver visto la Particola Sacra librarsi in cielo. I presenti al miracolo erano sicuramente ignari del fatto che quelli che ancora non erano stati identificati come ladri avessero con loro l'Ostia di Exilles, quindi non si può parlare di allucinazione collettiva. Tuttavia è possibile pensare che al momento della caduta del mulo, l'ostensorio abbia prima battuto a terra e a seguito dell'impatto abbia rimbalzato in aria, questo è più che ragionevole.



L'ostensorio era sicuramente e decisamente più pesante dell'ostia che conteneva: se ne deduce che cadde a terra per primo, mentre l'ostia, del peso di una piuma o meno, rimase sollevata in aria; non è da escludere che quel giorno ci fosse un po' di vento e così l'ostia si librò, per così dire, in aria per un tempo maggiore se vento non ce ne fosse stato. Tuttavia non sappiamo se quel giorno ci fosse vento o meno. Ad ogni qual modo, tutti oggi sappiamo che una piuma prima di cadere a terra ce ne mette di tempo vento o non vento.



Non dimentichiamo che nel 1500 forte era la convinzione che miracoli e streghe fossero cose di tutti i giorni; se ne deduce che vedendo l'ostia in cielo, l'ostensorio a terra, l'immaginazione abbia operato il miracolo. Il tutto è poi stato tramandato a noi con ricchezza di particolari da romanzo di appendice. Il 1500 fu un secolo dominato da una immaginazione troppo fervida. Ma ci vogliono prove: un certo Giovanni Galesio, torinese, appartenente alla nobile famiglia torinese dei Galesius Cimator, al tempo aveva il vezzo di raccogliere e trascrivere fatti mirabili; tra i tanti fatti mirabili descrisse anche quello dell'Ostia di Exilles. Eccola:

“Iesus Christus.
Lo esordio, sive principio del miracolo della Santa Ostia, o Corpus Domini, fatto in Torino, apparve appreso la Chiesa di San Silvestro, nell'anno 1453.
Dall'anno 1453, addì 5 del mese di Junio in giobia dise, apparse la Santa Ostia in la sudita città di Torino a die 6 del mese di Junio a ore 20. 1453.


Venendo certi romeni da certa guerra, ho discordia, che era infra Francesi, Savoja, et Piemontesi, per certi Mercatanti, con la sua robba, ritenuti a Issiglie, la qual fu misa a sacco.


Ecce, che fu uno, che pigliò in la chiesa di Issiglie lo reliquiario de argento, dove era el Corpus Domini, e lo inviluppò in certe balle, la quale gettò sopra di un mullo; et venendo per Susa, Avigliana et Rivole, viene alla città di Torino, quando il mullo fu entrato in porta Susina per volontà di D. Dio non se firmò findi che fu in questo luocho, quando fu qui lo detto mulo si gitto a terra, e furono dislegate le balle per voluntà di D. Dio senz'agiuto humano ed usì fora, el vero Corpus Domini, con lo reliquiario in l'area miracolosamente, con grande splendore ed radij, che paria il sole (Nota di Me Proprio:


come si può notare sembra quasi che Galesio descriva un secondo sole - forse il fatto è da ridimensionare: si è detto che erano le 16 e 30 odierne e gli occhi tutti erano puntati al cielo con il sole ancora alto: vedendo l'ostia volteggiare in aria, gli occhi si sono tutti alzati e sono rimasti abbacinati dal Sole e non dall'ostia.


Se le cose stanno effettivamente così, è naturale che si parli di un'ostia che risplende di luce propria.), vedendo questo un Arciprete, Messer Bartolomeo coccolo, presto se ne andò dal Reverendissimo Monsignor Ludovico Romagnano, Episcopo della città di Torino, il quale Reverendissimo, intendendo questo, subito viene con tutto il Clero del Duomo, con la Croce, Canonici, et Religiosi che troverono, e quindi lo Reverendissimo fù aggiunto in questo luocho, cascò lo reliquiario (Nota di Me Proprio: qui abbiamo conferma diretta che il reliquiario fu il primo a toccare il suolo) in terra, rimanente el Corpus Domini in l'area con grandi radij di splendore (Nota di Me Proprio: ancora una volta il Galesio parla di raggi - onore del reiterare ed abbellire la narrazione!).


Lo Reverendissimo Monsignore se inginocchiò con tutti gli astanti, et adorando la Santa Ostia, come vero Dio nostro Redemptor, fece portar uno calice, et presente tutto il popolo la Santa Ostia descendò in lo calice, e con gran devozione, onore e riverenza, la portarono alla Chiesa Cattedrale di Santo Gio.


Battista accompagnata dalli Signori Canonici et Religiosi con molti magnifici, et nobili Cittadini, infra i quali erno questi in testimonio. (Nota di Me Proprio: Il Galesio si prolunga ancora nell'elencare i nomi dei testimoni e a tessere un po' le sue lodi per aver scritto l'avvenimento anche in lingua volgare affinché tutto il popolo potesse leggere del miracolo).


Nel 1645 là dove sorgeva il pilone venne inaugurata la Chiesa: correva il 25 marzo, giorno durante il quale la Chiesa ricorda l'Annunciazione dell'Angelo a Maria. Come si può spiegare questo presunto miracolo? Nel modo più semplice possibile: la bambina, per puro caso, non venne toccata dalle pulegge del mulino e scivolò in acqua, e il suo navigare nelle acque fu rattenuto da un qualche alga o arbusto; la bambina era piccola, per cui una ipotesi del genere non è da scartare.


Senz'ombra di dubbio se fosse stato un adulto a cadere nel mezzo delle pulegge del mulino, in mezzo a queste ci sarebbe rimasto, punto e basta, ma una bambina, se il caso - e dico il caso - è favorevole, può passare indenne attraverso i meccanismi. L'acqua del Po non perdona, lo sappiamo: un arbusto cresciuto nel mezzo delle acque, per quanto possa essere di natura fragile, può sicuramente tenere ferma una bambina per qualche minuto: quindi si può ipotizzare che un arbusto si conficcò tra le vesti della bambina.



La fantasia popolare ha colorato il tutto e si è gridato al miracolo. Comunque questa è solo una ipotesi e il lettore accorto non faticherà ad inventarsi altre ipotesi per cui la bambina riuscì a salvarsi senza alcun danno subire. Non occorre di certo la mia fantasia per metterlo sulla strada giusta, quella del raziocinio s'intende!



I miracoli sono o dettati dal caso o dalla mano dell'uomo e l'immaginazione religiosa fa diventare il caso il destino e il destino il miracolo, se poi ci si mette anche l'immaginazione popolare il gioco dei bussolotti è fatto!



Ritorniamo al caso Absu e a Superga: Absu, come già precedentemente accennato, non aveva alcun motivo per trovare a Superga il luogo a lui più congeniale alle sue mire di sedicente messia alieno, sempre ammesso che la nostra fantasia voglia credere in Absu come Alieno in carne e ossa.



Gli avvistamenti Ufo fanno ormai parte dell'immaginario collettivo; comunque analizziamo da vicino il caso di Riccardo Marano. Come si è già accennato, il 30 novembre 1973, verso le 19:00, sopra l'aeroporto di Caselle comparve un oggetto non identificato. Gli addetti al Radar ne rilevarono subito la presenza; in seguito si seppe che i radar della base militare di Mortasa, in Lombardia, avevano anche loro registrato detta presenza non identificata.


L'oggetto venne inoltre avvistato successivamente da altri tre aerei: un “Piper” NAVAJO guidato da Riccardo Marano, un DC-9 in arrivo da Parigi con a bordo il capitano Giovanni Mezzalani, e da un altro DC-9 che aveva appena lasciato l'aeroporto di Roma sotto il comando di Tracquilio. Riccardo Marano viene tempestivamente informato dell'oggetto misterioso dalla torre di controllo e si precipita sul luogo: il Piper indarno cercò di stare dietro all'UFO, troppo veloce per un semplice Piper.


L'inseguimento durò tra i quindici e i venti minuti: un inseguimento piuttosto lungo; si potrebbe pensare che l'UFO era in vena di prendere per il culo noi umani, perché se si trattava davvero di un UFO, allora non avrebbe avuto difficoltà alcuna a seminare il Piper. Comunque sia, il fatto divenne un caso tanto che Marano venne intervistato dalla RAI:

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Re: Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Vie Feb 17, 2012 2:20 pm

Intervistatore: Lei pensa che questo oggetto possa essere identificato con uno qualunque degli aerei o dei mezzi di trasporto aerei convenzionali che conosciamo?
Marano: E' molto difficile dare una risposta in merito.
Intervistatore: Era un elicottero?
Marono: Escludo che fosse un elicottero.
Intervistatore: Era un aereo di linea?
Marano: Escludo anche questo.
Intervistatore: Non poteva essere logicamente un aereo da turismo, come il suo, perché l'avrebbe raggiunto?
Marano: Ovviamente.
Intervistatore: Bene, allora resta il problema che ci assilla da parecchi anni: ci sono o non ci sono i Dischi Volanti?



Nessuno dei piloti seppe dare una descrizione precisa dell'oggetto; il comandante Mezzalami notò una forte luminosità bianco-azzurra, mentre per Marano era bianca. Secondo l'aeroporto di Caselle, il radar avrebbe identificato un oggetto non più grande di un DC8 o un Boeing707. Igino Gatti, esperto ufologo, non seppe dare al tempo una spiegazione plausibile.



C. G. Jung, avversario di S. Freud, spiega in chiave psicologica che cosa significano gli avvistamenti UFO; per Jung esistono nell'inconscio collettivo degli archetipi, che sono attivi in tutta l'umanità; questi sarebbero simboli che sottendono le immagini dei nostri sogni, le rappresentazioni inconsce degli istinti per essere più esatti. I più noti sono quelli della Madre, del Padre, dell'Amore e della Morte: l'archetipo del Cerchio è quello più complesso in quanto individua una totalità, quindi dovrebbe teoricamente rispondere alle domande eterne dell'uomo circa la sua provenienza, la sua identità, il suo futuro.



Chi dice di aver visto degli Ufo li descrive come 'rotondi', dei cerchi, forme discoidali. L'uomo che sempre si guarda allo specchio al mattino e si domanda chi è, ovviamente non può fare a meno di trovare una spiegazione nell'archetipo del Cerchio. In definitiva, per Jung, gli avvistamenti UFO sono semplicemente allucinazioni.


Il CISU (Centro Italiano Studi Ufologici) è stato fondato a Torino nel 1985; trattasi di una associazione senza fini di lucro: oggi si contano circa quattrocento iscritti; il CISU pubblica una collana di monografie circa studi specifici sugli avvistamenti ufo e fenomeni paranormali; tuttavia, a tutt'oggi, non ci ha dato ancora risposte soddisfacenti, nonostante abbia prodotto qualcosa come seicento casi di 'incontri ravvicinati' per buona parte documentati da foto, dichiarazioni, filmati.


Absu rimane un incognita.
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Re: Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Vie Feb 17, 2012 2:29 pm

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http://www.eugeniosiragusa.com/t600-abs ... dy-durante

Uno dei fatti aneddotici più curiosi e incredibili della "Torino ufologica" avvenne nell'autunno del 1973. Tutti i giornali italiani riportarono la notizia secondo cui un enigmatico personaggio che si faceva chiamare "il Grande Maestro Absu Imaily Swandy, di 256 anni, sarebbe sbarcato e poi ripartito con la sua astronave nei pressi di San Maurizio Canavese, il 30 novembre verso le 18. Veniva descritto come un vegliardo che portava lunghi capelli argentei con lo stile da asceta. Vi fu poi la testimonianza di un comandante dell*Alitalia, Giovanni Mezzelani,che,durante l'atterraggio su Caselle con un DC9 da trasporto passeggeri, disse di aver visto un oggetto che sprigionava luce.
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Re: Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Sab Feb 18, 2012 12:25 am

Disculpen que tengo todo en un poco de desórden, porque había olvidado que era un cierto tiempo nomás para editar un mensaje.
Esto debería ir en el primer apartado:



El relato de Eugenio Siragusa, sobre su encuentro con el anciano al que llamaba Durante:


http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/an_ca028.htm
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Re: Absu Ismaily Swandy, un ser misterioso...

Notapor Vanis » Lun Feb 20, 2012 12:06 am

Fotografías que este anciano proporcionó a Siragusa, para su divulgación desde al parecer una biblioteca del Tíbet:


Fotografía de Juan y Pedro camino del sepúlcro de Jesús
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“Pietro Santo, gloria di Dio, Principe eterno, che del divino amore Tu sei sicuro regno e d’essa, del Figliuol la chiesa Tu sol sei perno, e’implora dal ciel le grazie e siaci Tu sostegno!

D.

“A Te, pio e amato Giovanni, che per alta sapienza e possente candore, dall, eterno Crocifisso ereditasti a custodire l’intera umanità, giunga il nostro supplice grido: rimanti tra noi a salda difesa nella dura procelta dei giorni nostri. Sia cosi Signore!
D.
“L’amore e la purezza: II binomio operante per il secoli Su! entriamo con audacia nella loro travolgentescia”.
D.
(Pedro santo, gloria de Dios, Príncipe eterno, que del divino amor Tú eres segura prueba y por ella, del Hijo de la iglesia Tú sólo eres el perno, implóranos del cielo la gracia y sénos Tú el sostén!
D.

A Ti, piadoso y amado Juan, que por alta sabiduría y poderoso candor del eterno Crucificado, heredaste custodiar la entera humanidad, llegue nuestro suplicante grito: permanece entre nosotros por la firme defensa en la dura tormenta de nuestros días. Sea así, Señor!
D.
El amor y la pureza: El binomio operante por los siglos ¡arriba! entremos con audacia en su arrolladora estela.
D.)


http://marcianitosverdes.haaan.com/2007 ... stol-juan/


Foto de Juan el bautista
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