por Vanis » Vie Feb 17, 2012 2:12 pm
ABSU IMAILY SWANDY
Absu Imaily Swandy sentiva che quel giorno il suo qualcosa non sarebbe stato perfetto così come lui l'aveva immaginato. Vestito del suo grezzo abito alla moda dei francescani, la barba lunga e incolta, i capelli lunghi e brizzolati lasciati al vento, percorreva pacificamente le strade di Torino. Nessuno faceva troppo caso a lui: i più lo consideravano un barbone come tanti, uno dei tanti drogati che a tarda sera si stipano sotto i portici di via Po e ci rimangono a dormire sino all'alba, magari chiedendo l'elemosina. Indubbiamente, la gente tutta azzimata di Via Roma non nutriva nessun sospetto circa la sua vera identità.
Non era la prima volta che si trovava a Torino per affari: la città la conosceva come le sue tasche, la sua veneranda età gli permetteva di capire subito da uno sguardo cose che gli umani mortali non osano neanche immaginare. Quel giorno vagolava lungo via Roma, osservava le lustre vetrine, i gagà: tutto era rimasto profondamente immutato, almeno per gli aspetti che a lui interessavano. Ne era sicuro, nessuno sospettava di lui; eppure uno strano sentore di pericolo gli si era annidato nell'animo, una sorta di preveggenza: qualcosa doveva andare per il verso sbagliato, anche se al momento non avrebbe saputo dire cosa. Comunque lui sentiva, sentiva, mentre tutti gli altri erano sordi all'eterna eco che l'Universo dilata nell'infinito.
Il Sideral Intercontacts Centre (Sic) nel 1973 fece pervenire alle redazioni dei giornali alcune notizie circa la sua identità; ma oggi sembrava che tutti avessero dimenticato. Eppure la sua foto era stata su tutti i giornali, e da quel lontano '73 non era nulla affatto cambiato; semplicemente non ci si ricordava più di lui e della sua statura conoscitiva. Lui, se solo avesse voluto, lui avrebbe potuto spiegare tutti i misteri del mondo, com'è nato, quale il futuro dell'umanità e quando questa sarebbe finita. Nel 1973 aveva 256 anni: era atterrato nei pressi di Torino. Quell'anno aveva un incontro con i giornalisti, ma, a causa di una serie di contrattempi, tutto era andato a monte. Ripartì con il cuore triste: anche questa volta non gli era riuscito di parlare al mondo e spiegare al mondo la natura delle cose oscure all'umanità torinese, a quella di tutto il mondo. Torino era il centro ideale per pubblicizzare la verità, Torino che ospita la Sindone. No, al mondo, non c'era altro luogo così perfetto. Tuttavia quel giorno del '73 fu costretto a ripartire.
Tanti giornali si erano occupati del suo abbandono della Terra a bordo di un UFO; Panorama, per voce di Giovanni Mezzelani, pilota dell'Alitalia che aveva visto il suo apparecchio, aveva rilasciato una dichiarazione: “Secondo me poteva essere qualunque cosa, anche un satellite, ma certo non avevo mai visto una luce simile. E non so che cosa fosse”; e il Giornale Radio non fu da meno, così pure il Corriere della Sera del 6 dicembre annunciò che “un'associazione afferma che uno 'spaziale' di 256 anni sarebbe sbarcato a Torino.”
Il fatto ebbe risonanza notevole tanto che la Domenica del Corriere pubblicò foto a colori del suo apparecchio (dell'Ufo) avvistato nei pressi di Caselle. Il Sic aveva fatto un buon lavoro, non c'erano dubbi, però ancora non bastava: si doveva fare di meglio. Luigi Vacchi, giornalista di Panorama, ebbe a dire che “nella primavera di quest'anno è comparso in alcuni paesi del Canadese, in Piemonte, preannunciato da una circolare di una misteriosa organizzazione, il Sic. Ha tenuto conferenze davanti a pochi iniziati che sono i soli ad averlo visto e fotografato, su temi esoterici e spaziali; ha sostenuto di venire periodicamente sulla Terra dagli spazi esterni, vale a dire dalle profondità che si trovano oltre il sistema solare; ha promesso che a breve scadenza ci sarebbe stata una manifestazione di Ufo, ossia di oggetti volanti non identificati, sul monte Musinè, presso Torino…
Nei primi giorni di dicembre, in coincidenza con le prime restrizioni sull'energia, la manifestazione di Ufo c'è stata, sia al Musinè che su altre zone vicine… decine di persone giurano di avervi assistito.” Era il lontano 1973: avrebbe voluto fare di più, ma i tempi forse erano ancora troppo poco maturi.
Mi ricordo quando telefonai ai giornali: “Ho appena visto la fotografia, subito l'ho riconosciuto. Non potrei giurarlo, ma sono sicuro che è lui. E' stato ospite a casa mia circa due anni fa, d'inverno, e abbiamo fatto una bella chiacchierata su tanti problemi, poi non l'ho più visto. Anche mia moglie e mia figlia, osservando la fotografia, l'hanno riconosciuto.” Già, dissi proprio così: erano altri tempi, si credeva a tutto e a niente, si viveva un periodo storico fatto di incertezze e io forse tentavo di trovare una certezza in un profeta.
Oggi le cose sono cambiate, cioè neanche tanto a dire la verità. Però non l'ho più visto. Nel 73 i giornali mi ascoltarono; dopo lasciarono che le mie dichiarazioni morissero nella mia fantasia, in sordina, ed io, uno dei tanti testimoni, venni dimenticato.
“La stampa americana si occupò del caso definendo Torino centro per gli “extra”. E spiegò pure perché Absu Imaily Swandy, aveva scelto Torino: la loro teoria era assai semplice, riduttiva, ovvero gli americani asserivano che per gli extra lo spazio viene indicato con il numero 17, mentre gli abitanti degli spazi esterni con un doppio 17, ossia 1717; Absu venne a Torino nel 1973, data che non era a loro detta una coincidenza, infatti se da 1973 si sottrae 256, cioè la presunta età di Absu, si ottiene 1717, ossia l'anno durante il quale fu posta la prima pietra della basilica di Superga.
Poi nel 1991, quando i media erano tutti proiettati sui problemi del Kuwait, dell'Iraq e la “Guerra del Golfo”, la Stampa Sera se ne uscì bella bella con la notizia del ritorno a Torino di Absu pubblicando un articolo su due colonne e una foto di questo extraterreste molto ma molto umano, almeno a giudicare dall'apparenza ritratta in fotografia.
Germana Grosso è una “contattista”, ovvero una eletta in grado di mettersi in contatto con gli extraterrestri. Il 4 gennaio del 1957 ebbe la sua prima esperienza: un certo Guicciardo, nato a Ceppo, vissuto a Castiglioncello, in Umbria, perito nelle Crociate, si mise in contatto con la signora Grosso. Nel luglio del 1963, dopo aver avuto altri contatti simili, annuncia che John F. Kennedy sarebbe stato ucciso da lì a poco: non si sbagliava.
La cosa ebbe risonanza mondiale e la signora Germana Grosso divenne personaggio piemontese famoso nel mondo per le sue capacità “extrasensoriali”, tanto famoso che persino Dino Buzzati, inviato del Corriere della Sera a Torino, ne rimase colpito, e difatti scrisse un articolo intitolato La signora che è stata sulla Luna. Ciò che sorprende è che Germana Grosso non si è mai interessata di fantascienza, non ha mai letto un libro di SF, non è mai stata attratta dalle pratiche cabalistiche o dallo spiritismo, insomma la signora Grosso affermò recisamente di non essere una medium; eppure scriveva tutti i messaggi che percepiva, meticolosamente a macchina; una sua dichiarazione specifica che
“si può dire che sono sempre in contatto con loro in qualsiasi momento, e quando mi dicono di scrivere, io scrivo, anche se il senso di ciò che mi viene dettato, una frase o una certa espressione, qualche volta mi può sembrare oscuro… Se loro smettessero all'improvviso di dettare, io non saprei aggiungere nulla di mio, neppure una virgola.”
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Vanis el Vie Feb 17, 2012 2:18 pm, editado 1 vez en total
"Cada tesoro reconoce, a su verdadero amo..."